“tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo” (Lc. 19,48).
Salta subito agli occhi la superficialità con cui ascoltiamo oggi. Potrei facilmente riferirmi al Vangelo come grande inascoltato, ma il discorso si allarga ad ogni ambito della comunicazione.
Pensiamo alla informazione pubblicitaria o a quella politica – che poco si discosta: tutto rimane in superficie, coinvolge a livello emozionale e niente di più, anche se folle vanno dietro ai prodotti e ai politici. Fanno da guida i sondaggi e i sondaggisti che saggiando l’umore della gente orientano la comunicazione pubblicitaria e politica.
Eppure la gente si pone domande profonde, rintuzzate nelle remote stanze delle coscienze; un ascolto attento diventa necessario perché queste emergano e siano date risposte serie alle necessità autentiche delle persone.
La comunicazione religiosa non può derogare da questo ascolto a meno ché non voglia naufragare tra la pubblicità e la politica. L’aspetto emotivo forse raccoglie folle ma genera solo fuochi di paglia visto che è sprovvisto di polvere sbiancante o di una tassa in meno da pagare. Purtroppo c’è da dire che noi preti non siamo campioni di comunicazione se guardiamo come i comici prendono in giro il modo di predicare e atteggiamenti devoti pieni di nulla.
Che dire del fenomeno Bergoglio che sta riempiendo oltre misura piazza San Pietro e ha ricondotto molti alle proprie parrocchie? A me pare che il Papa Francesco sia un esempio di linguaggio globale che sa dare risposte alle domande vere perché capace di grande ascolto.
Il primo aspetto da non sottovalutare è la “normalità” che vuole esprimere a costo di far saltare etichette centenarie: paga il conto, porta la borsa, guida l’auto, usa scarpe normali, vive in comunità, ecc.
Il suo atteggiamento però va oltre la normalità quando si offre al contatto fisico, l’abbraccio, il bacio, le foto, i saluti e i gesti che cercano relazione con chicchessia, soprattutto i più deboli. Colpiscono le telefonate che sono il segno di una attenta lettura di ciò che riceve e dà il senso che nessuna lettera inviata al Papa finisca in un cassetto.
Un altro aspetto è il linguaggio semplice. Qualcuno ha scritto che parla come l’inquilino della porta accanto che suona per chiedere un po’ di prezzemolo e in cambio ti offre la vita eterna. Parla di Dio come se gli avesse telefonato un minuto prima. Ma anche i temi che sta affrontando a livello universale denotano un ascolto e uno sguardo penetrante nella società di oggi, basta leggere il questionario in preparazione al Sinodo sulla famiglia che sembra voler esprimere il desiderio di affrontare con forza argomenti scottanti che incidono profondamente sulla vita di oggi. I nostri politici, al confronto, sembrano dilettanti allo sbaraglio. Ma non è da sottovalutare neppure la capacità di coniugare l’attualità delle problematiche con la continuità della tradizione e della devozione popolare con alcune trovate che lasciano a bocca aperta come la “misericordina”. |